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Frase di otto mesi imposta per «scarico dell'olio del tubo magico»
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L'ingegnere capo di un'autocisterna italiana deve scontare otto mesi in una prigione degli Stati Uniti e pagare un'indennità $5.000 gli scarichi dell'olio illegale, nell'ambito di una pena imposta da un giudice federale nel New Jersey.
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Girolamo Curatolo, 50, di Custonaci, la Sicilia, si è dichiarato colpevole ad agosto prima del giudice Susan D. Wigenton del tribunale di prima istanza degli Stati Uniti a Newark, New Jersey ed è stato condannato lunedì. Curatolo è stato fatto pagare con Danilo Maimone, 31, di Furci Siculo, la Sicilia, della cospirazione celare gli scarichi residui oleosi dai Di Milano di Cielo, un 577' autocisterna chimica dell'olio di x102.
Era uno di parecchi casi recentemente esaminatori tramite la guardia costiera per fendersi giù sull'uso di cosiddette «esclusioni del tubo magico» dei sistemi di lotta contro l'inquinamento. Gli scarichi illegali di spreco oleoso sono stimati per essere una fonte di inquinamento marino importante, incomparabile anche il petrolio straripa gli incidenti di spedizione.
L'autocisterna ha chiamato nei porti Maryland, Florida e nel New Jersey, in cui gli ispettori della guardia costiera hanno imbarcato nel gennaio 2015 ed hanno controllato la nave Malta-inbandierata, di proprietà da D'Amico che spedisce l'Italia S.p.A e diretti da D'Amico Societa di Navigazione S.p.A.
Secondo l'avvocato Paul J. Fishman degli Stati Uniti, Curatolo ha ammesso che la squadra aveva escluso intenzionalmente l'attrezzatura richiesta di prevenzione dell'inquinamento scaricando lo spreco oleoso dalla sala macchine tramite il suo sistema fognario nel mare. Inoltre ha ammesso che ha falsificato il registro dell'olio della nave.
Nella sua dichiarazione di colpevolezza, Curatolo inoltre ha ammesso che ha rilasciato le false dichiarazioni alla guardia costiera durante la sua ispezione ed ha istruito i membri a livello più basso della squadra rilasciare le false dichiarazioni. Ha distrutto il ceppo suonante della nave, con le sue annotazioni di stoccaggio residuo oleoso, strappando le pagine fuori e bruciandole nella caldaia della nave dopo che la guardia costiera ha imbarcato.
Il suo compagno di bordo Maimone, ingegnere di aiuto dell'autocisterna il primo, dichiarato colpevole ad agosto alla cospirazione ostruire giustizia, celando lo scarico di spreco oleoso ed inducendo un registro falso dell'olio ad essere presentato alla guardia costiera. Maimone inoltre ha ammesso rilasciare le false dichiarazioni ed istruire i membri della squadra fare lo stessi. È preveduto essere condannato il 18 gennaio.